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Bonifiche amianto

Teseco Bonifiche svolge un servizio completo nel campo delle bonifiche da amianto


Con il termine “amianto” si identificano una serie di minerali facenti parte del gruppo degli anfiboli o del serpentino, i quali presentano un abito fibroso. Le eccellenti caratteristiche chimico-fisiche dell’amianto, hanno fatto sì che fosse utilizzato in passato come materiale coibente ed impiegato, ad esempio, nel campo dell’edilizia o nella costruzione di manufatti (pavimenti, tubazioni, vernici). E’ ormai noto che l’amianto possieda natura cancerogena, poiché le polveri contenenti le fibre del minerale provocano gravi patologie dell’apparato respiratorio, tra cui l’asbestosi ed altri tipi di neoplasie; l’utilizzo dell’amianto è stato pertanto vietato con la legge 257/1992 e successive normative ( D.lgs. 81/08).
L’amianto può avere una struttura friabile, oppure una struttura compatta a minore polverosità. Nel primo caso, l’amianto veniva impiegato in costruzioni industriali e civili, grazie alla sua resistenza al calore: tra alcuni utilizzi si annoverano la coibentazione termica industriale e civile, la coibentazione acustica e per il controllo della condensa, la costruzione di edifici aventi strutture portanti in ferro, palestre, sale conferenze, cinema e teatri, ambienti ad elevata umidità, lavanderie.


Nel secondo caso, l’amianto veniva impiegato come miscela a matrice cementizia , conosciuta col nome commerciale di “Eternit“ nella fabbricazione di lastre di copertura, tubi per approvvigionamento e scarico idrico.
La bonifica di siti inquinati da amianto richiede tecniche specialistiche per la mitigazione dell’impatto sanitario delle lavorazioni.  Le fasi specifiche in cui si articolano gli interventi sono le seguenti:
– censimento e valutazione preliminare del rischio: rilevazioni, mappature, disegni, monitoraggi, analisi,  relazioni (DM 6/1994);
– valutazione dello stato di conservazione e le azioni di manutenzione che ne derivano;
– progettazione dell’intervento;
– attuazione della  bonifica prevista;
– smaltimento del rifiuto prodotto;
– sostituzione, quando richiesta, con materiali alternativi all’amianto.
Gli step sopradescritti si applicano sia per quanto concerne l’amianto friabile sia per  quello compatto, nonostante i due tipi di materiale necessitino di approcci diversi.





La valutazione preliminare da effettuare a monte dell’intervento di bonifica, peraltro obbligatoria,  costituisce una fase fondamentale perché da essa dipende il tipo di approccio funzionale all’intervento da effettuare. Dopo di essa, si procede a delineare le possibili tipologie di intervento:
– incapsulamento:  applicazione di un  idoneo prodotto fissativo, atto a bloccare le fibre del minerale  (D.Lgs 20/08/99);
– confinamento:  interposizione di una barriera fisica tra l’ambiente e il materiale amiantifero;
– rimozione:  asportazione del materiale contaminato.

Per poter fare una valutazione del rischio derivante dalla presenza di amianto, è necessario procedere ad una ispezione visiva, effettuata da esperti, per definire i seguenti elementi: 1) tipologia e condizioni del materiale e 2) fattori che possono far mutare le condizioni delle installazioni riscontrate al momento dell’indagine (es. collocazione in ambiti operativi, esposizione agli agenti atmosferici, sollecito causato dall’utilizzo dell’impianto del quale fanno parte). E’ inoltre necessario verificare l’assenza di valori significativi relativi alla presenza di fibre di amianto aerodisperse negli ambienti, mediante campionamenti ambientali. In base ai risultati della valutazione del rischio si intraprende l’azione necessaria ed opportuna per eliminare o minimizzare l’esposizione personale.


In alcuni casi si può  procedere allo smontaggio del manufatto contenente amianto ed al trasporto in un’area confinata realizzata in cantiere: questa tipologia di intervento è detta “bonifica ex situ”.
Nonostante l’utilizzo dell’amianto sia stato abolito da molti anni, il problema dell’inquinamento da amianto risulta essere ancora materia attuale di dibattito tecnico. Il vasto uso che si è fatto di tale materiale nel recente passato rende la sua presenza quasi ubiqua, il che determina un notevole impatto sociale, sia dal punto di vista sanitario che economico.  Lo smantellamento degli MCA rappresenta dunque una opportunità di miglioramento della qualità della vita e di rivalutazione del patrimonio immobiliare (ad esempio attraverso interventi di miglioramento energetico o installazione di tetti fotovoltaici al posto di quelli di eternit) . Il ricorso ai sistemi di incentivazione e agevolazione fiscale previsti dalla normativa consente di ammortizzare gli investimenti  e rendere sostenibile la bonifica e l’up-grade energetico degli immobili.




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